Michelangelo, Rime, a cura di Matteo Residori, introduzione di Mario Baratto, con un saggio di Thomas Mann
Résumé
Dalla prima maturità fino alla morte, Michelangelo affida alla poesia l'espressione più privata della sua grande e inquieta personalità. Recuperando l'eredità della grande tradizione volgare - soprattutto Dante e Petrarca - all'interno di un tessuto linguistico di forte colore fiorentino, scabro, irregolare e spesso oscuro, nella sua opera poetica Michelangelo alterna e combina i registri più diversi con una liberà insolità nella poesia cinquecentesca, imprimendo al patrimonio retorico tradizionale il sigillo di una sensibilità stilistica straordinariamente concreta. Gli oltre trecento testi delle "Rime" formano un insieme ricco e composito: corrispondenze d'amore e d'amicizia, ottave rusticali e allegoriche, apitaffi, preghiere, riflessioni intense e tortuose sull'amore, il peccato, l'arte, la vecchiaia e la morte.
Accompagnate nella presente edizinone da un commento che mira a facilitare la lettura e a fornire alcuni elementi linguistici, retorici e culturali, questi componimenti continuano a sorprendere e affascinare il lettore moderno e restano per la critica e la storia letteraria un oggetto singolare e controverso.