E. Il-petrarca-in-quella-canzone,-una-delle-tre-sorelle, M. Di, and . Laura, più volte gli chiamò per tal nome, dicendo Felice l'alma che per voi sospira Lumi del ciel, per li quali io ringrazio La vita, p.80

. Et-in-vero, suoi lumi infonde variamentente in queste cose basse e terrene, così voi [31r] donne, veri cieli de' vostri amanti, co 'l vario aspetto de gl'occhi vostri, varie passioni svegliate ne' cuori degli amanti Onde il Signor Giulio Cesar Gonzaga in una sua leggiadra canzonetta, quasi che voi assimigliasse al cielo, fece comparazione dagl'effetti che son prodotti dal continuo rivolgimento del sole e da quelli che nel girar de' vostri occhi si producono, il che è stato ancora graziosa ma diversamente fatto da molti altri poeti 81 . Per la qual cosa Torquato dice nel presente sonetto: Ma se poi vi descende estremo ardore Da, pp.1-6, 1995.

D. F. Incipit-di-un-sonetto-acrostico, F. Sozzini, V. Intronato, D. E. Spannocchi:-rime, R. Scribano et al., Sonetti, VII) 80 Rvf 71, 67-69. 81 Allude forse alla canzone D'uno in altro desir quest Libro secondo, Venezia, L. Avanzo, 1565, cc. 196r-197v), in particolare ad alcuni versi della quarta stanza: «perché come non veggion gli occhi miei / se non quel tanto che sua luce lieta / mercè de' guardi suoi porger lor degna» Ché l'amar senza speme è sogno e ciancia 87, 2005.

L. Di and . Di-non-diminuir-già-mai-la-speranza-ne-'vostri-amanti, anzi pur quanto siate obbligate con qualche concesso favore bene spesso d'aumentarla, poscia che, in tal guisa crescendo in loro il desio d'amore, vien anche a crescer il desio d'operar nobilmente amando in servigio vostro et a perpetua lode di voi. Udite a questo proposito come ben v'avvertisse il Bembo dicendovi nelle stanze del regno d'Amore: Puossi morta chiamar quella di cui Face d'Amor nessun pensiero accende, Né dice: che son io lassa? che fui? Né giova al mondo, e se medesma offende; Né si tien cara, né vuol darsi à lui Che già molt'anni, sol un giorno attende Né sa

H. Poeta, amore con queste parole «vivace foco», quasi con una certa descrizione metaforica. L'ha detto «fuoco» perché amore non altrimenti che 'l fuoco è cocentissimo e pungentissimo; onde tutti i poeti, così latini come 87 Orlando furioso, XXV 49, pp.46-47